25 ottobre 2016, un contributo di Vittorio

Vittorio Candela è uno studente liceale che non ha ancora compiuto i 18 anni. A scuola si è appassionato da subito alla Divina Commedia e a Dante e un anno e mezzo fa gli è capitato tra le mani il libro di Adriana. Ha cominciato a leggerlo, con qualche difficoltà per i suoi contenuti non facili di psicologia junghiana, ma è stato conquistato dagli ampi spazi dedicati alla personalità umana di Dante e alla sua poesia. Questo è il suo primo contributo al sito: un breve, concisissimo testo, una sua foto scattata sulla riva del mare a cui è molto affezionato, una sua poesia.

Dante: volontà di immaginare, comunicare, credere

vittorio-2-foto_okLeggendo e rileggendo Dante rimango sempre colpito dalla sua folgorante bellezza, che arriva persino a trascendere il fatto di credere o meno nella sua fede. Leggendo anche il libro di Adriana, ho potuto acquisire maggiore consapevolezza della sua straordinarietà. Se prima consideravo Dante, salvo in alcune circostanze, principalmente come un uomo legato al medioevo, ad una concezione sì molto bella e altresì molto poetica, ma comunque medievale; adesso mi rendo conto che egli è molto di più, che il suo percorso, a prescindere dalle coinvolgenti immagini usate, è la redenzione di ciascuno di noi, che è dilaniato da se stesso e dalle inezie quotidiane, dalle discussioni e da tutte le futilità che, a mio avviso, rappresentano una delle peggiori guerre che combattiamo inconsciamente. Sono inoltre stupito dalla volontà di Dante, che gli permette di comunicare una poesia di trascendente bellezza, in grado di arrivare oltre ogni significato e significante, al cielo e all’assoluto, senza limiti cronologici. E sono forse questo credere e questa volontà i più grandi doni che Dante ci tramanda, oltre alla sua indescrivibile bellezza, che mi hanno trasmesso una grandissima passione, in un mondo che spesso perde queste stesse capacità e decade nel suo orrore.

Aggiungo una mia poesia, per indicare meglio il cambiamento avvenuto in me in questi ultimi anni di vita e una foto, che mi suscita una forte emozione.

 

METAMORFOSI

La notte è sparita
ed incombe l’aurora.
Alba,
basta un tuo cenno,
uno spiraglio chiaro,
un raggio forte di luce
tra l’oscurità,
ed ecco che la vita si tuffa languidamente
nei rimasugli del mio spirito saettante.
Vedi, in queste angosce
dove le cose si oscurano
e l’orrore è prossimo a distruggere
ogni più scarna vitalità,
in questo vapore della vita
che trasuda dalle inezie di ogni giorno,
che svanisce;
tutto mi appare deperirsi
tutto crolla in una guerra eterna.
Ma adesso è l’alba,
e il vecchio rimorso
si allontana.
Che può fare la folgorante bellezza
se non trascendere persino
il decadimento
il dolore?
E tu, sentinella perenne,
mia anima rinascente che combatti,
slanciati in alto con ali leggere,
con versi più puri di una fervida arte.
Tu mi hai lasciato,
mi hai lasciato in questo
porto d’ombra,
alla deriva.
Tu mi abbandonasti,
ma ora è forse tempo di riunirci
in un cielo rifulgente,
con luce nuova.
Va’, vola, mia ultima profondità!
Ora si sgancia il terribile peso
di ogni assenza.
L’orrore è vinto.
La notte è sparita.

(da Vittorio Candela, FRAMMENTI SUL NULLA, L’assenza)

1 commento

  1. alessandra

    Bella la poesia e bello il commento di Vittorio al libro di Adriana, dimostrano grande sensibilità.
    Vittorio ha colto nel segno: seppur impegnativo nella lettura è un libro adatto ai nostri tempi moderni, tempi in cui l’ accesso al mondo dei valori è difficile, quasi impossibile. Incombe la società liquida e con essa la relatività e l’anonimato.
    Aveva ed ha ragione Adriana nel pensare il suo libro rivolto anche agli studenti ed ai docenti. Come strumento di conoscenza e di aiuto nella crescita per i primi e per la formazione continua per i secondi. Jung infatti scrisse: ” Il miglior metodo educativo consiste nel fatto che l’educatore sia educato.”
    Alessandra

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