Dante. Settecento e più risvegli

In vista della ricorrenza dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, nel settembre del 2021, Centopercento Teatro Aps/Ets ha colto l’occasione per proporre alla cittadinanza e al territorio una serie di iniziative culturali di varia natura, diffuse nel corso di tutto l’anno corrente, e oltre, tra Brescia e provincia: manifestazioni artistiche e performative, interattive, esperienziali e divulgative

Nell’ambito di queste iniziative che si leggono nel volantino allegato,  anche una serie di eventi culturali e conferenze.

Cito:

“..vogliamo mettere a disposizione strumenti e conoscenze che permettano alle persone di ampliare l’orizzonte su un vero e proprio universo culturale e spirituale, che appartiene sì alla nostra tradizione, ma che rappresenta anche un ponte tra mondi solo all’apparenza distanti, uniti tra loro dalla necessità di un risveglio della coscienza dell’individuo, per una piena realizzazione del proprio percorso personale e sociale. Da questo punto di vista, per la sua architettura, la ricchezza sapienziale e il viaggio di “formazione” che compie e vi descrive Dante, la Commedia diventa la stella attorno alla quale muoversi alla scoperta di un’umanità più universale che nazionale…

Con queste attenzioni, la scelta degli argomenti è ricaduta sulle seguenti tematiche:

 il legame di Dante con culture quali l’Islam (nello specifico il sufismo del XII-XIII secolo) e il catarismo (colpito da una tremenda crociata all’inizio del 1200);

 l’approfondimento dei simboli a cui Dante ricorre nel poema, e un confronto con la tradizione e il simbolismo Indù;

 lo studio di Adriana Mazzarella, che pone l’ascesa di Dante, dal centro della terra alla visione di Dio, in parallelo con il processo di individuazione elaborato da Carl Gustav Jung nel secolo scorso, sottolineando l’esemplarità del viaggio dantesco non solo per il mondo occidentale, ma per ciascun essere umano, oltre ogni confine.”

Dante e Jung. La pedagogia nella Commedia. – a cura della Dott.ssa Paola Lanzi e della Dott.ssa Alessandra Sighele

Conferenza  online – 9 settembre 2021, ore 18

L’incontro si articola in due momenti distinti, ma profondamente in connessione fra loro. La prima parte verrà dedicata al libro “Alla ricerca di Beatrice. Dante e Jung”, scritto da Adriana Mazzarella (medico pediatra e psicologa analista junghiana). L’autrice rilegge e commenta la Commedia come narrazione poetica e simbolica del “processo di individuazione” (descritto da C.G. Jung) vissuto da Dante. Il pellegrinaggio attraverso i tre mondi appare analogo al percorso di sofferenza, riflessione e trasformazione che ha luogo nella mente e nell’animo dell’essere umano alla ricerca del “senso”, “il difficile viaggio verso la realizzazione di sé” (C.G. Jung).

Di seguito verrà presentato il progetto “Dante la nostra guida” che ha preso spunto dalla lettura e dallo studio del libro di Adriana Mazzarella. In quest’ottica si pone il nostro progetto teorico-pratico: indagare sugli aspetti archetipici del viaggio di Dante dal punto di vista simbolico e psicologico per aiutare i ragazzi a conoscere meglio se stessi così che possano esserne arricchiti dal punto di vista personale. Il progetto è stato presentato in alcune scuole superiori di primo e secondo grado del trentino, è ancora in progress in

quanto si assesta di anno in anno in base alle esigenze specifiche rilevate.

A questo evento partecipano:

– Paola Lanzi,  figlia dell’autrice del testo “Alla Ricerca di Beatrice”,  medico chirurgo, psicoterapeuta junghiana

– Alessandra Sighele, ,dirigente scolastica ,  e allieva della dott.ssa Mazzarella, con un formazione pedagogica su stampo junghiano,  e coautrice assieme a Renata Lanzi (altra figlia dell’autrice),  del Progetto  didattico teorico-pratico. “Dante una guida preziosa “

Il  webinar  si articola in questo modo:

– Introduzione  ( Paola Lanzi )

– Proiezione video di una conferenza di Adriana Mazzarella

– Il Progetto scolastico (Alessandra Sighele)

Relazione della dott.ssa Paola Lanzi

Dante e Jung : la Pedagogia nella Commedia

Ringrazio Antonio, per l’invito e per aver organizzato questo evento, che doveva svolgersi    l’anno scorso, ma a causa della pandemia è stato procrastinato fino ad oggi. Da allora tante cose son cambiate.

Il progetto pedagogico del quale parliamo oggi, prende spunto dalla ricerca di mia madre, Adriana Mazzarella, medico pediatra e analista junghiana, portata avanti sin dalla sua giovane età. Ha intuito infatti   che la Divina Commedia trattava proprio di un  percorso “psicologico” che Dante fa  all’interno di se stesso, e che Lei ha  chiamato il viaggio all’interno dell’Uomo. Ora, cogliere questo aspetto non è una novità nella lettura dell’Opera, ma Adriana lo colse nei lontani anni 60-70 e da lì iniziò la sua ricerca che, in un certo senso,   ha spianato una strada anche se allora fu piuttosto osteggiata sia nei circoli psicoanalitici e che letterari.

Nel video ,  è lei stessa che più volte ribadisce la valenza educativa della sua ricerca, ed infatti, dopo la sua morte nel 2015, Renata Lanzi, mia sorella, psicomotricista con una grossa esperienza nell’ambito teatrale, e la sua cara amica, nonché allieva di Adriana, Alessandra Sighele  (dirigente scolastica con una formazione junghiana), hanno deciso di proporre questa lettura psicologica del percorso di Dante nella Commedia, ai ragazzi delle scuole medie e superiori. Da lì il progetto,  “Dante, una guida sicura”, di cui vi parlerà Alessandra.

Purtroppo nel frattempo mia sorella è prematuramente scomparsa, e quindi sono qui, oggi,  con Alessandra,  2 orfane, ma entrambe abbiamo deciso di continuare il cammino intrapreso, ognuno per la propria competenza.

Non sono una studiosa o una esperta di Dante, ma un medico ospedaliero e da poco psicoterapeuta  junghiana però sono stata testimone della ricerca autentica di mia madre, che è  durata tutta la sua vita:   l’ho sentita parlare alle  numerose conferenze che ha tenuto, divulgative e per analisti,  e il  messaggio che trasmetteva mi ha sempre toccato delle corde interiori.

In ambito psicoterapeutico junghiano,  la ricerca sulla Divina Commedia sta continuando;  ricordo  Claudio Widmann, che  ha pubblicato recentemente un libro sull’argomento; tuttavia in ambito pedagogico, a nostro sapere,  non c’è molto.

Dopo questo preambolo

Brevemente la sua vita

Adriana Mazzarella è nata nel 1925 a Napoli da una famiglia dei bassi, dotata di grande  sensibilità  artistica (nonno, padre e zii  pittori).

La famiglia si è trasferita nel 1927 a Milano ove Adriana ha poi vissuto per tutta la vita. Come donna nata alla fine degli anni 20, ha vissuto gran parte degli eventi del 900, è stata testimone di un mondo che non c’è più.  Una personalità complessa la sua, da sempre attratta, appassionata, innamorata  di Dante e della Divina Commedia, per lei fonte di forza e ispirazione durante gli anni difficili della 2° guerra, sfollata nelle montagne attorno a Bormio, ma anche dopo.

Ritornata a Milano, si è laureata in Medicina negli anni 50, andando contro il volere dei genitori, (una donna medico giammai!) e  quindi da sempre è  andata controcorrente, ha sfidato i limiti imposti dal sociale per rispondere a una chiamata interiore. In un certo senso   è appartenuta a una avanguardia culturale dell’epoca, è stata esempio di emancipazione femminile, sebbene lontana dalla politica e dai movimenti dell’epoca. Dopo la laurea ha lavorato come pediatra per 20 aa,  e nel mezzo della sua vita, attorno ai 45 -50 aa,  in seguito a una crisi personale e professionale. si è avvicinata alla psicologia analitica di Jung. Lei stessa ha iniziato una analisi (cosa alquanto nuova per quei tempi).

Secondo Adriana Mazzarella il percorso personale di auto conoscenza  è anche un percorso, in certo senso ”spirituale”,  non in senso teologico ma in senso di ricerca interiore, arrivare alla propria verità, al proprio senso dell’esistenza. Negli anni 70, oltre alla psicologia analitica, riprende in mano anche  il percorso narrato da Dante nella  Commedia (memore dell’amore giovanile) perché  ritrovava delle assonanze con il percorso individuazione di Jung, cioè il percorso di autoconoscenza.

Il primo seminario di Adriana Mazzarella sull’argomento è stato nel 1977 e da li una lunga serie.  Dotata di una grande umanità e di un profondo Amore per i suoi pazienti e per lo studio,  di una linea di pensiero non banale, da un lato osteggiata dai circoli analitici milanesi, dall’altra fu appoggiata da 2 figure di spicco nel mondo junghiano, da Marie Louise Von Franz (allieva da sempre di Jung) e da Dieter Bauman (nipote diretto di J, anche lui psichiatra e analista).

 Nel 1991 pubblicò per la prima volte  questo libro “Alla ricerca di Beatrice, Il viaggio di Dante e dell’uomo moderno”, con una riedizione nel 2016, da parte della casa editrice Edra.

Due parole su Jung

Carl Gustav Jung, nato in  Svizzera, 1875,  fu il fondatore della Psicologia Analitica, corrente che si è distaccata dalla psicoanalisi di Freud, di cui Jung  fu collega e allievo per un periodo. Accanto a un inconscio personale (la grande scoperta di Freud), Jung presupponeva l’esistenza sin dalla nascita anche di un inconscio che andava al di là del singolo, sovrapersonale, che ha chiamato collettivo, composto da immagini /istanze primordiali, senza tempo, arcaiche, che ci portiamo dentro, come se ci fosse un “patrimonio genetico della psiche” che si è accumulato durante l’ evoluzione,  comune a tutta l’umanità. Queste istanze le ha chiamate archetipi. È impossibile per l’uomo conoscere l’archetipo, perché inconscio, ciò che si manifesta sono le  immagini archetipi, che si sperimentano e si manifestano al soggetto attraverso i sogni, le creazioni , le fantasie.

Per Jung, in ogni individuo esiste una forza vitale autentica, naturale,   che spinge l’uomo alla “individuazione di se stesso”, al   “processo di Individuazione”.  Jung intende quel processo per cui una persona durante  il suo percorso di vita,  è spinta a  diventare se stessa,   integrata, unica  e distinta dagli altri e dalla psicologia collettiva (pur mantenendosi in relazione con questa realtà).

Ma nonostante la storia di ogni persona sia unica e irripetibile, Jung  ha   tuttavia ritrovate delle caratteristiche tipiche, che si ripetono e che sono comuni a tutti i processi di individuazione….e uno di questi  è proprio il confronto tra L’Io, gli aspetti coscienti della nostra personalità, e l’Ombra, gli aspetti più oscuri, inconsci della personalità, cio’ che di noi rimoviamo e non conosciamo, e che spesso si manifestano  come pulsioni, reazione istintive,  che vanno al di là del nostro controllo.

Per Jung, attivare un processo individuativo, implica divenire più consapevole di se stessi,  conoscere la propria ombra in modo che possa  tramutarsi in luce, essere in grado di conciliare i propri  opposti.  Infatti Jung mette bene in evidenza come i diversi aspetti della nostra psiche siano in contraddizione tra di loro. E’ importante instaurare una dialettica, entrare in relazione con il processo in noi, come fa Dante,  con tutti gli attori in gioco, favorire quella rete interna di comunicazione con le diverse parti di noi, dar loro voce. Lavorare sul “dentro” ha un effetto anche sul “fuori”, per favorire anche la rete con il mondo esterno. Cioè se Io riconosco i miei lati Ombra non le proietterò più sugli altri, che sarannomeno minacciosi. Ciò creerà minori conglitto e una maggiore assunzione  una propria responsabilità di chi si è. Il Processo  di Individuazione non è solo a carico del singolo, ma dovrebbe diventare il processo di individuazione universale che  è la nostra umanità.  Resta comunque ancora  un mistero.

Che parallelismo trovò Adriana  Tra Dante e Jung?

Adriana Mazzarella ha colto la stretta affinità tra il percorso individuazione di Jung e il viaggio di Dante, e in questo modo, aprendo la strada a una visione psicologica della Commedia. Prima di lei solo una analista inglese HELEN LUKE nel 1975 aveva colto nel viaggio della Commedia un viaggio simbolico;  poi c è il lavoro di sig.ra Marie Tofanari (amica della mamma) una studiosa che affrontato la Commedia come ricerca spirituale.

Argomento di fondo, dunque, è che la Divina Commedia parla di un percorso individuativo, quello di Dante. Lo possiamo chiamare viaggio all’interno dell’Uomo, un viaggio descritto nei percorsi delle  Grandi Tradizioni, che è sempre attuale perché riguarda ognuno di noi, e tutte le epoche.

Questo viaggio è quello che Adriana Mazzarella ha fatto dentro di sé; lei parla di Dante , di Jung ma anche di sé stessa, del suo percorso; questo libro tratta di una ricerca sentita, vissuta sulla e nella propria pelle. Le persone che lo hanno letto, sentono parole sincere di grande credibilità, perchè è sentito, ricco di profondità, di esperienze comuni a tutti noi.  

Cito:

“la Commedia non può essere compresa solo con l’aiuto dell’intelletto razionale. Come tutte le grandi opere hanno un profondo senso umano e sacro; essa deve essere riscoperta “spiritualmente” in ogni epoca, non diversamente da come Dante aveva reinterpretato e rivissuto secondo lo spirito del suo tempo i valori dell’antichità”.

Un primo parallelismo riguarda proprio l’incipit: Dante inizia il poema “nel mezzo del cammin di nostra vita”. Jung, a sua volta, sottolinea l’importanza della seconda metà della vita, sebbene in realtà riguarda qualsiasi momento di smarrimento e di crisi che le persone vivono.. “ciò che è stato fino ad adesso, non ha più senso”. E’ esperienza comune a molti analisti, che nelle loro stanze di terapia, sono testimoni di come, spesso,  un evento della vita, un lutto, una separazione, la perdita del lavoro, ad un certo punto spinge, a cercare un aiuto per  conoscere qualcosa di più di se’, a capire, con maggiore profondità,  cosa sta succedendo, qual è il senso della propria vita.

Ma a volte la crisi si manifesta semplicemente perché in quella fase della vita ci si scontra con il senso del limite. Ci si rende conto che non siamo eterni e che la morte è una certezza; da li si è chiamati a fare i conti con il limite. Ricordo che la caratteristica  nella nostra epoca e’ che  abbiamo perso il senso del limite, (e da li i malesseri che viviamo)  e questi due grandi, Dante e Jung, ci ricordano che con questo dobbiamo fare i conti quotidianamente..mai come adesso è stata la Natura, la pandemia da Covid , a obbligarci  a rispettare un limite.

Quel “mi ritrovai” è , come dire ,  il rendersi conto del proprio smarrimento, e questa consapevolezza non è scontata. Se non mi ci rende conto  di essere smarriti, non si può andare da nessuna parte.

Per questo Il viaggio di Dante,  attraverso l’ Inferno, purgatorio e paradiso, per come l’ ha visto Adriana Mazzarella, ha una forte analogia con il processo di  autoconoscenza di Jung.

“Se ci immergiamo nei 3 mondi della Commedia, con atteggiamento docile di ricerca e senza pregiudizi, possiamo scoprire tante verità sul mondo interiore dell’uomo. La psicologia moderna ha iniziato solo in questo secolo a occuparsi di questo campo, ma le “leggi” che regolano la psiche , per quel poco che è dato di penetrare in questo mistero,  erano già presenti all’inizio del Trecento nell’opera di Dante, enunciate con potenti immagini  dal suo  genio creativo, che è stato il suo destino, la sua gioia, la sua agonia”.

Altra analogia tra Dante e Jung, è che entrambi sono sostenitori  della vita simbolica.

Tutto il poema di D è simbolico. Adriana Mazzarella evidenzia l’importanza di leggere le vicende della vita  sul piano simbolico. Anche Jung dice lo stesso: solo se l’esperienza è simbolica troviamo il senso di quello che stiamo vivendo. Per entrambi è importanti vivere simbolicamente, perché è li  che sta il senso del nostro andare  avanti.

Sulla pluralità dei significati del poema, e i livelli di lettura della Commedia, come espressi da Dante stesso nella sua lettera a Ca Grande della Scala, Adriana   si sofferma sull’ultimo..il quarto quello anagogico, che chiamiamo anche simbolico, spirituale,  che porta in alto, .., Dante lo chiama “sovrasenso”… .. è il significato nascosto, che non è dicibile, ma che va scoperto da ciascuno dentro di sé”.

“ Il compito della Commedia, il suo messaggio”, scrive Adriana Mazzarella, ” è di spiegare all’uomo, attraverso l’incanto della poesia, come sia possibile trasformare in energia positiva gli ostacoli alla realizzazione che egli porta in sé. Per affrontare un così duro cammino è necessaria quella forza dell’Eros   che in tutte le culture del mondo tiene uniti l’uomo e l’universo…è la via dell’individuazione di cui parla Jung”.

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